In una nota l’addetto stampa del ministero degli affari interni della Bielorussia, Olga Chemodanova, ha stilato un resoconto di quanto successo nei due giorni di scontri.
Con toni rassicuranti -considerate anche le pressioni internazionali affinché fosse ripristinato lo stato di diritto- il funzionario ha confermato che i 33 focolai di protesta sono stati circoscritti e fermati «senza l’utilizzo di armi militari».
In totale, circa 3mila persone sono state arrestate in tutto il Paese per aver partecipato alle proteste di massa, in quanto “eventi non autorizzati”. Di questi, a Minsk si registrano circa mille arresti e oltre duemila nelle altre città bielorusse. A seguito degli scontri, più di 50 cittadini sono rimasti feriti, oltre a 39 agenti di polizia, alcuni dei quali sono attualmente ricoverati in ospedale.
Nel primo giorno di proteste della capitale, come da noi ampiamente raccontato QUI, nei pressi dell’obelisco “Minsk – Hero City” i manifestanti hanno acceso fuochi, lanciato chiodi ed eretto barricate nonché smontato lastre di pavimentazione e lanciato oggetti contro le forze dell’ordine.
La nota dell’addetto stampa fa sapere che “cittadini dalla mentalità aggressiva” usando pietre, pali appuntiti e oggetti di strada hanno organizzato un attacco contro gli agenti di polizia di Pinsk, città del sud del paese. Numerosi gli arresti e dalle analisi svolte una parte di loro era in uno stato di intossicazione alcolica.
A seguito degli scontri, più di 50 cittadini sono rimasti feriti, oltre a 39 agenti di polizia, alcuni dei quali sono attualmente ricoverati in ospedale.
Si registra solo una vittima. Nel secondo giorno di proteste, durante i disordini per strada a Minsk, uno dei manifestanti ha cercato di lanciare un ordigno esplosivo verso le forze dell’ordine ma è esploso nella sua mano ferendolo letalmente.
Il ministero degli affari interni fa sapere che un gruppo investigativo-operativo ha subito raggiunto la scena, stabilendo tutte le circostanze dell’incidente.