«Invidia per il nostro risultato e voglia di speculare». Secondo il governo russo sarebbero queste le motivazioni che hanno spinto quasi tutta la comunità internazionale a bocciare il vaccino di Mosca.
Il ministro della sanità russo, Mikhail Murashko, ha risposto alle accuse:
«Sembra che i nostri colleghi stranieri siano rimasti molto colpiti dai vantaggi competitivi del farmaco russo e stanno esprimendo pareri che a nostro avviso sono senza fondamento».
L’Oms sostiene che la sperimentazione sia durata troppo poco e che sia stata effettuata solo su personale militare, quindi non ad alto rischio.
Oggi, intanto, il ministero della sanità russo sostiene di aver iniziato la somministrazione del vaccino ad almeno duemila persone fra medici, insegnati ed anziani.
Si partirà con la sperimentazione anche in Brasile, Messico e forse Cuba, anche se il capo epidemiologico dello stato castrista rimane molto cauto. Insomma, trapela soprattutto cautela.
La Binnopharm russa, che si occupa della produzione del vaccino denominato Sputnik, sostiene che sarà in grado di rendere disponibili circa un milione e mezzo di dosi all’anno e che spera comunque di riuscire ad aumentare questo numero.
Mosca però precisa che il vaccino sarà distribuito prima nel mercato interno e solo successivamente sarà disponibile all’estero.