Sarebbero almeno undici le vittime dell’esplosione di un pullman nella provincia nord-occidentale del Khyber Pakhtunkhwa, in Pakistan.
Il bus viaggiava nei pressi dell’impianto idroelettrico di Dasu: nove delle vittime sarebbero ingegneri cinesi, mentre gli altri due morti farebbero parte dell’esercito pakistano.
Secondo quanto riportato dal quotidiano locale “Dawn“, il consigliere del governo per gli Affari parlamentari, Babar Awan, riferendo in aula sull’incidente, ha parlato di un «attacco vigliacco» che tuttavia «non distoglierà l’attenzione dalle iniziative speciali tra il Pakistan e i suoi vicini».
Da qui la richiesta di Awan al ministro dell’Interno, Sheikh Rashid Ahmed, di fornire un aggiornamento sulla situazione di sicurezza nel Paese e sulle indagini riguardanti l’incidente. Ma le notizie circa l’esplosione restano al momento incerte e contrastanti.
Il ministero degli Esteri di Islamabad, infatti, che ha fornito anche il bilancio delle vittime, ha fatto riferimento al presunto attacco parlando di un pullman «precipitato in un burrone dopo un guasto meccanico» e di una «fuga di gas che ha successivamente causato un’esplosione».
Una richiesta di indagine a riguardo è arrivata al Pakistan dal governo cinese.
«La Cina – ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian – condanna fermamente l’esplosione ed estende le sue condoglianze alle vittime e alle loro famiglie».
A restare incerto è anche il numero delle vittime pachistane coinvolte nell’esplosione: tre secondo l’ambasciata cinese ad Islamabad, quattro per i media locali.
Sul posto sono accorse le forze di sicurezza, la polizia e le squadre di soccorso.