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Ammonterebbe a 254mila il numero di sfollati dalle regioni etiopi degli Amhara e di Afar, dove si sono verificati gli scontri tra l’esercito federale ed i membri del Fronte di Liberazione Popolare del Tigrè (Tplf).

A riferirlo è il Sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari e coordinatore dei soccorsi di emergenza, Martin Griffiths: «Abbiamo bisogno di 100 camion al giorno che vadano nel Tigrè per soddisfare i bisogni umanitari» ha detto Griffiths in visita ad Addis Abeba.

Secondo i dati riportati dal funzionario dell’Onu, negli ultimi giorni ben 122 camion umanitari sono entrati nel Tigrè: qui circa 400mila persone soffre una grave carestia, con oltre il 90 per cento degli abitanti che necessita di aiuti alimentari.

Secondo l’Unicef, sarebbero oltre 100mila invece i bambini in pericolo di vita o a rischio malnutrizione nei prossimi 12 mesi.

Prosegue intanto l’offensiva dei tigrini su diversi fronti: nella regione di Amhara le milizie tigrine avrebbero conquistato la città di Weldiya, al confine con le regioni di Tigrè e Afar, anch’esse teatro degli scontri.

Ora il rischio è che il conflitto, sempre più generalizzato, si estenda anche alla vicina regione dei Somali e a quella del Benishangul-Gumuz.

In uno degli ultimi attacchi, registrato nella città di Gedamaytu (regione dei Somali), centinaia di civili sarebbero rimasti uccisi, ed in migliaia sarebbero stati costretti a fuggire. A darne l’annuncio è stato il portavoce del governo della regione dei Somali, Ali Bedel.