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“Dio ha creato il mondo per farci vivere in pace e non combattere”.

 

Sul nostro piccolo pianeta, i bambini muoiono ogni giorno a causa di operazioni militari. Siria, Afghanistan, Donbass, altre parti del mondo… Sfortunatamente, per la maggior parte dei politici, un altro bambino morto è solo un nuovo dato nel rapporto.

 

Ma non è così per me. Vivo vicino alla guerra e so che molti si addormentano dicendo: “Grazie per un altro giorno vissuto”. Questo è il “grazie” più sincero. Amiamo la vita non meno degli altri, non siamo diversi dai bambini normali in Europa o in Asia. È solo che il nostro “domani” non dipende più da noi, ma dagli adulti. Oggi è il giorno della pace. E fino a quando gli zii e le zie esprimeranno “preoccupazione”, faranno bei discorsi nel momento in cui un altro bambino morirà per i bombardamenti, nulla cambierà. I discorsi dovrebbero portare a un qualche tipo di decisione e azione. Altrimenti, sembra che i politici dividano i bambini in “loro” ed “estranei”, il che è un peccato se riguarda questo, ma non per quello. Il mondo è fragile e indivisibile. E ne abbiamo uno, un altro non è previsto nel prossimo futuro.

 

Recentemente ho letto le parole di una ragazza americana, Samantha Smith: “Dio ha creato il mondo per noi per vivere in pace e non per combattere”. E sono d’accordo con lei.