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Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha spronato «tutte le democrazie del mondo» a battersi contro quelli che definisce «i regimi autoritari che violano i diritti umani, governano nella corruzione e soffocano il dissenso».

 

Al “Summit for democracy” si intuisce facilmente chi è inserito in una categoria e chi nell’altra: sono stati invitati 111 tra Capi di Stato e di governo ed i grandi esclusi sono, tra gli altri, Federazione Russa e Repubblica Popolare cinese. Le delegazioni diplomatiche dei due paesi hanno protestato contro una scelta che considerano “scellerata e non veritiera”.

 

Comunque sia il Presidente Biden tira dritto e rivendica questa contrapposizione considerandola la sfida di questo Secolo: «La democrazia è sotto tiro ma sono sicuro che saprà dimostrare la sua superiorità che non può essere data per scontata». Tra gli esclusi al summit troviamo anche un Paese dell’Unione Europea: l’Ungheria. Da tempo il paese magiaro guidato da Viktor Orban è sotto la lente d’ingrandimento dell’Occidente per quanto riguarda il presunto mancato rispetto dei principi democratici.

Orban, il grande escluso dal forum

Orban, il grande escluso dal forum

Tutti gli altri 26 leader dell’Ue, più Ursula von der Leyen, sono invece presenti all’incontro, dove anche il Primo Ministro italiano Mario Draghi ha preso la parola: «Durante la pandemia siamo riusciti a conciliare le libertà individuali e la necessità del bene comune. Ora scommettiamo sulle nuove generazioni attraverso gli investimenti da 230 miliardi di euro per i prossimi cinque anni».

 

Aldilà dei discorsi di rito, a pesare sull’esito finale dell’evento sono sicuramente le assenze di Turchia (che rappresenta comunque il secondo partner per importanza nella NATO dopo gli USA) e Arabia Saudita, unico interlocutore fidato dell’Occidente in Medio Oriente.

 

Sul finire dell’intervento, il Presidente Biden ha comunque rassicurato che l’amministrazione americana si impegnerà ad investire 424 milioni di dollari per promuovere a livello internazionale la libertà di stampa, il rispetto dei diritti umani e la lotta alla corruzione.