Il forum dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC) tenutosi in Pakistan, termina con l’impegno ad istituire un fondo fiduciario umanitario per contrastare l’allarmante povertà che sta travolgendo l’Afghanistan.
La crisi si è manifestata improvvisamente da quanto, nell’estate di quest’anno, i talebani hanno preso il potere nel Paese con il conseguente blocco di aiuti e beni congelati dalla comunità internazionale per miliardi di dollari.
E dal meeting arriva un monito, ad evidenziare quanto il Paese sia in difficoltà economica e politica: «se non si interviene immediatamente, l’Afghanistan cadrà nel caos», ha affermato il primo ministro del Pakistan, Imran Khan, nella riunione dei ministri degli esteri dell’OIC.
«Qualsiasi governo quando non può pagare i suoi stipendi per i suoi dipendenti pubblici, ospedali, medici e infermieri è destinato a crollare, ma il caos non va bene a nessuno; e di certo non va bene agli Stati Uniti».

I lavori dell’OIC si sono svolti in Pakistan
Nasce così la risoluzione dell’OIC, pubblicata dopo l’incontro, che afferma come la Banca islamica per lo Sviluppo sia pronta a guidare lo sforzo economico per fornire assistenza entro il primo trimestre del 2022.
Il ministro del Pakistan ha inoltre esortato i governanti dell’Afghanistan a rispettare «gli obblighi previsti dai patti internazionali sui diritti umani, in particolare per quanto riguarda i diritti delle donne, dei bambini, dei giovani, degli anziani e delle persone con bisogni speciali».
Ma questo incontro, seppur nato con la volontà di aiutare il Paese mediorientale, non ha dato al nuovo governo talebano alcun riconoscimento internazionale formale, al contrario il ministro degli Esteri afghano Amir Khan Muttaqi è stato escluso dalla fotografia ufficiale scattata durante l’evento.
Muttaqi ha comunque affermato che il suo governo «ha il diritto di essere riconosciuto ufficialmente» e che il congelamento dei beni da parte degli Stati Uniti «è una chiara violazione dei diritti umani degli afghani e può essere interpretato come inimicizia con un’intera nazione».