Nuovo raid aereo da parte di Israele lungo la costa meridionale della Siria, nella mattinata di sabato. La notizia è stata riportata dalla Syrian Arab News Agency (SANA), l’agenzia di stampa siriana: nell’attacco, rivolto contro la cittadina di Al Hamidiyah, a sud di Tartus, sarebbero stati feriti due civili, agricoltori e allevatori, che a seguito del raid avrebbero anche visto distrutte le proprie abitazioni, tutta la strumentazione agricola a loro in uso, l’intero sistema di irrigazione e la corrente elettrica. Nell’attacco sarebbero anche morte 52 pecore e 2 mucche.
Il bombardamento è arrivato in concomitanza con la visita in Siria del ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian, che ha voluto condannare «fermamente le azioni del regime sionista e la loro violazione dell’integrità territoriale della Siria». Secondo Amir-Abdollahian, la volontà di Israele è quella di «destabilizzare e aumentare i problemi del popolo siriano».
Nessuna risposta da Israele, che raramente commenta le proprie operazioni militari: in passato lo Stato ebraico ha comunicato di voler prendere di mira le basi delle milizie alleate con l’Iran. Tra queste ci sarebbe il gruppo libanese Hezbollah, che avrebbe combattenti dispiegati in Siria.
Il raid è il primo messo in atto da Israele sotto il governo del nuovo primo ministro Yair Lapid, in carica da pochi giorni. L’ultimo attacco dello Stato ebraico nei confronti della Siria risaliva al 10 giugno scorso, quando ad essere preso di mira era stato l’aeroporto internazionale di Damasco. Dopo il bombardamento israeliano, lo scalo era stato costretto alla chiusura per due settimane.