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Probabile cambio al vertice delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) dopo la presunta morte di Luciano Marin Arango, il precedente leader noto con il soprannome di “Ivan Marquez“.

A prendere il suo posto sarebbe stato, secondo quanto riferito dai media colombiani sulla base di informazioni dell’intelligence, Josè Vicente Lesmes, guerrigliero noto con il soprannome di “Walter Mendoza“.

 

IL CURRICULUM CRIMINALE DI WALTER MENDOZA

Entrato a far parte del gruppo armato negli anni sessanta, Mendoza ha ben presto fatto carriera diventando capo della colonna mobile “Libardo Garcia”, che opera nella provincia occidentale della Valle del Cauca (sponda di uno dei più prolifici corridoi marini della droga). Nel suo curriculum anche il comando del blocco “Arturo Ruiz”, composto in gran parte da minorenni, ed il sequestro nel 2002 di dodici deputati regionali del parlamento di Valle del Cauca. Una carriera che gli ha garantito negli anni ben otto mandati di cattura.

Nonostante questo, Mendoza ha fatto parte della squadra negoziale che a fine 2016 ha lavorato all’Avana all’accordo di pace con il governo dell’ex presidente Juan Manuel Santos. Una posizione rivista alcuni anni dopo: denunciando il mancato rispetto degli impegni presi dal Governo, Mendoza insieme ad altri guerriglieri ha deciso di rinnegare la firma del trattato e tornare a combattere. Il nuovo gruppo è stato rinominato come “Seconda Marquetalia“, in omaggio al luogo in cui fu dichiarata la prima insurrezione armata.

 

LE INDAGINI DELLE AUTORITÀ COLOMBIANE

Al comando della nuova banda armata Ivan Marquez, il cui decesso è ora in attesa di essere confermato dalle autorità. «Stiamo lavorando con la nostra intelligence per verificare questa informazione, e ovviamente non appena avremo conferme lo diremo» ha detto il presidente della Colombia, Ivan Duque, parlando con i media locali. Il guerrigliero, ha aggiunto, «si trovava comunque in Venezuela, protetto da Nicolas Maduro. Questo lo sanno tutti».

Il confine tra i due paesi è tuttora segnato dagli scontri per il controllo delle attività criminali: proprio qui è stata registrata la morte di altre tre figure di vertice della “Segunda Marquetalia”: i guerriglieri “Jesus Santrich”, “El Paisa” e “Romana”. A questi nomi dovrebbe aggiungersi quello di Ivan Marquez, che secondo informazioni di intelligence ribadite anche dal ministro della Difesa colombiano, Diego Molano, stava cercando di lasciare il Venezuela, diretto probabilmente a Cuba.

Il gruppo sarebbe caduto sotto i colpi dell’Esercito di liberazione nazionale (Eln), un altro gruppo paramilitare ed oggi fazione principale in termini numerici dopo la fine delle Farc.

 

UNA PACIFICAZIONE NAZIONALE TRAVAGLIATA

Le Farc sono state per lunghi decenni la banda armata più potente e pericolosa della Colombia, e tra le più temute nell’intera regione. Nel settembre 2012 si è aperto il lungo processo negoziale che, quattro anni dopo, ha portato ad un accordo di pace che all’allora presidente colombiano Santos è valso anche il Premio Nobel per la Pace.

L’accordo, raggiunto anche grazie alla mediazione del Regno di Norvegia e di Cuba, ha previsto un percorso che avrebbe riportato i guerriglieri nella vita civile e politica del Paese, con l’avvio di una giurisdizione ad hoc per tentare di fare luce sugli episodi di guerra, restituendo verità e perdono come premessa per una pacificazione del Paese.