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Il Ministero dell’Informazione, della Cultura e del Turismo somalo, in un comunicato diramato martedì scorso, ha dichiarato che più di 100 militanti di al-Shabab sono stati uccisi dai miliziani locali a partire dalla scorsa domenica, 18 settembre. Gli scontri continuano nelle aree della regione di Hiran, Yasoman e Aborey, nella Somalia centrale.

 

Al-Shabab, principale organizzazione terroristica dell’Africa orientale e il più importante affiliato di Al-Qaeda, ha acquisito il controllo di una significativa porzione di territorio negli ultimi anni, approfittando delle spaccature all’interno delle forze di sicurezza somale e dei disaccordi tra le autorità federali e i leader regionali. Inoltre, come riportato da diverse fonti fra cui la BBC, il gruppo jihadista ha entrate pari a quelle del governo somalo, stimate in circa 180 milioni di dollari all’anno.

 

Le operazioni dell’affiliato di Al-Qaeda mirano principalmente a opporsi al governo federale e alla presenza di peacekeepers e di altri stranieri sul territorio somalo, ma non solo: tra gli attacchi degli ultimi mesi riportati dall’International Institute for Security Studies, sono particolarmente rilevanti l’assedio all’hotel di Mogadiscio del 21 agosto 2022 e la recente incursione in Etiopia del 20-21 luglio 2022, che rappresenta l’apertura di una nuova linea del fronte. Proprio in risposta a questi nuovi attacchi, il governo somalo e clan locali hanno unito le forze per contrastare al-Shabab. Il governo sembra cercare e ricevere l’aiuto di una milizia in particolare: il gruppo a base tribale noto come Macawisley, che si è scontrato per anni con al-Shabab, e la cui ultima rivolta è stata innescata dalla brutalità degli attacchi jihadisti, che includono l’incendio di villaggi, l’attacco indiscriminato ai civili e il saccheggio del bestiame. Africa News sottolinea come alcuni clan non sono armati e faticano ad opporre resistenza al gruppo, ma altri – come Macawisley – sono meglio equipaggiati e politicamente più forti per contrastare le avanzate del gruppo terroristico.

 

Affinché la resistenza locale l gruppo jihadista sia efficace, il sostegno logistico del governo è fondamentale. L’amministrazione precedente aveva la possibilità di fornire un sostegno diretto alle milizie locali in rivolta senza equipaggiarle direttamente, ma così facendo i clan sono stati incapaci di portare avanti combattimenti prolungati e gli scontri sono terminati con la firma di un accordo di pace con al-Shabab. Dopo essersi insediato a maggio, il presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud ha promesso un’offensiva per sradicare il gruppo jihadista da ampie zone della Somalia, il che potrebbe tradursi in una svolta, forse determinante, nella lotta somala al terrorismo.

 

Alessandro Viola