Nuovo colpo di stato in Burkina Faso, il secondo in otto mesi. Nei giorni scorsi, il capitano dell’esercito del Burkina Faso, Ibrahim Traoré, si è autoproclamato nuovo presidente della giunta militare del Paese. Traoré ha destituito il precedente leader militare, il tenente colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba, in un contesto di crescente insicurezza causata dall’insurrezione jihadista. AfricaNews riferisce che “Damiba stesso ha offerto le sue dimissioni per evitare scontri con gravi conseguenze umane e materiali”. Come riportato da Radio France Internationale, i confini sono stati chiusi, il parlamento ad interim è stato sciolto e la costituzione sospesa; inoltre, i reparti armati hanno anche circondato il palazzo presidenziale e il quartier generale della stazione televisiva e radiofonica RTB.
A gennaio scorso i militari avevano preso il potere, annunciando di voler dare maggiore sicurezza a un paese che vede una situazione politica e umanitaria instabile da molti anni. Gruppi armati, alcuni dei quali appartenenti allo Stato islamico o alla rete terroristica di Al-Qaeda, sono attivi nell’area. La sicurezza del Paese è recentemente peggiorata, mettendo sotto pressione il governo di transizione guidato da Damiba. A settembre si sono verificati due gravi attacchi ai convogli di rifornimenti nel nord del Paese, che hanno provocato la morte di decine di soldati e civili: l’ultimo, rivendicato da al-Qaeda e avvenuto sulla National Road 22 a Gaskindé appena cinque giorni prima del nuovo golpe, ha ucciso 37 persone e 70 autisti risultano tuttora dispersi.
C’È LA RUSSIA NEL FUTURO DEL BURKINA FASO?
Marciando nel centro della capitale del Burkina Faso, Ouagadougou, civili e truppe sono scesi in strada con bandiere russe, affermando di volere che il partenariato di sicurezza del Paese con la Francia sia sostituito da uno con la Russia. In questo contesto, è sempre più probabile che, nel tentativo di ridurre gli attacchi dei gruppi armati di matrice islamista e quindi di mantenersi al potere, i nuovi leader si uniranno al Mali e cercheranno il sostegno del Gruppo Wagner, una società militare privata fondata dall’oligarca russo Yevgeny Prigozhin. I soldati del Burkina Faso hanno notato il relativo successo che il Gruppo Wagner ha ottenuto nel riconquistare i territori dalle milizie armate nella Repubblica Centrafricana e nell’impedire ai ribelli di deporre il governo.
Rinaldo Depagne, direttore del West Africa Project all’International Crisis Group, ha dichiarato a ForeignPolicy che “La Russia è certamente più vicina ad un accordo con il Burkina di quanto non lo sia mai stata con Damiba”. Se da un lato il Burkina Faso sembra volersi avvicinare ancora di più alla Russia, dall’altro c’è chi solleva dubbi sui reali benefici derivanti da questa partnership. Secondo un report di ACLED relativo alla presenza della Wagner in Mali e Repubblica Centroafricana, infatti, la maggior parte delle operazioni del Gruppo sarebbero state condotte contro la popolazione civile, contribuendo all’instabilità del contesto socio-politico.
Alessandro Viola