In un mondo in cui le crisi umanitarie sono un’emergenza costante e le ferite dei conflitti, vecchi e nuovi, continuano ad affligere le popolazioni civili, la Cooperazione Internazionale ricopre un ruolo cruciale nel portare aiuto e costruire ponti di dialogo e collaborazione. Per questo motivo, come Crisis Watch, abbiamo scelto di dare vita ad una serie di approfondimenti, interviste e focus con gli attori al centro di questo sistema spesso ignorato. Istituzioni, Ong, Enti del Terzo Settore e gruppi locali troveranno sulla nostra piattaforma web uno spazio di dialogo e confronto per capire dove vuole arrivare la Cooperazione Internazionale italiana ed europea.
L’assessore della Regione Piemonte alla Cooperazione Internazionale, Maurizio Marrone, ha partecipato la scorsa settimana in Repubblica Serba di Bosnia Erzegovina all’inaugurazione ufficiale del “Children corner”, intitolato al celebre divulgatore scientifico torinese Piero Angela e realizzato con libri donati dal Circolo dei lettori di Torino, con il contributo dell’assessorato alla Biblioteca Nazionale “Ivo Andrić” della città di Celinac.
Assessore Marrone, ci spieghi l’iniziativa.
«Il progetto Right to read, dopo aver realizzato in Kosovo una biblioteca per l’infanzia nell’enclave serba di Banja Rudnička, arriva anche nella città di Celinac in Repubblica Serbia di Bosnia dove sono ancora visibili le tracce del conflitto balcanico, portando classici della letteratura italiana tradotti in lingua locale, fumetti, visual books per i più piccoli: un nuovo ponte per costruire sostegno all’infanzia e relazioni amichevoli negli scenari post conflitto dove la cooperazione internazionale occidentale ancora non incide.
Fondata nel 1975 nei locali del liceo, la biblioteca “Ivo Andric” è la prima istituzione sul territorio dell’ex Jugoslavia a portare il nome del premio Nobel e grande scrittore, scomparso nel Marzo 1975, e vanta una collezione di 28.000 libri e riviste che spaziano su tutti i settori, coprendo così tutte le fasce di età, istruzione e interessi: letteratura per ragazzi, letture scolastiche, narrativa, scienza, storiografia, varie enciclopedie».
In questo campo siamo abituati a vedere l’Occidente schierato a prescindere con la leadership albanese kossovara e con la Federazione musulmana in Bosnia. Come mai il Piemonte invece coopera con enclave comunitarie ed entità amministrative serbe?
«Perché crediamo che la cooperazione decentrata della Regione debba distinguersi come avanguardia di relazioni internazionali che mettono in primo piano le comuni millenarie radici culturali e quindi un patrimonio valoriale condiviso, in grado di valicare le cortine di ferro geopolitiche tornate purtroppo a dividere i popoli europei. Il mondo slavo del sud ha nell’’identità spirituale cristiana ortodossa e nei secoli di orgogliosa frontiera europea verso l’aggressivo impero ottomano una linfa vitale che può solo rinvigorire un’Unione di Stati membri sfibrata da decenni di globalismo culturale e dalla progressiva perdita di peso internazionale: il recente conferimento dello status di paese candidato all’Unione Europea della Bosnia Erzegovina restituisce grande attualità a queste valutazioni.
La Regione Piemonte coopera da anni anche con un cantone della Federazione bosniaca, Zenica-Doboj, guidando il servizio locale di prevenzione oncologica mammaria: proprio in questa missione abbiamo formato un nuovo protocollo per rinnovare l’iniziativa, concordando con l’Ambasciata italiana a Sarajevo sull’opportunità di estendere il progetto a tutta la Bosnia, compresa l’entità serba finora esclusa. Prospettiva interessante, considerando che la Repubblica Srpska è avvantaggiata da un ordinamento statale centralizzato che la rafforza di fronte a una Federazione bosniaca musulmana divisa in cantoni regionali poco dialoganti tra loro».
Ma nella cooperazione piemontese con la Repubblica Srpska avete cominciato dai libri per bambini. Come mai?
«I bambini di oggi sono i giovani di domani: solo da loro possiamo aspettarci di veder emergere rivoluzioni e leadership capaci di risollevare popoli duramente provati dai conflitti. Right to read ha già realizzato analoghe biblioteche per l’infanzia nelle comunità integrate tra cristiani e musulmani liberate dalla jihad in Siria, nell’Artsakh armeno che resiste all’aggressione azero-turca, nei paesi africani come Burkina Faso, Capo Verde, Guinea Conakry, Senegal, Benin che faticano ad affrancarsi dal vecchio colonialismo francese e affrontano il nuovo pericolo delle milizie islamiste. La biblioteca Ivo Andric di Celinac ha pubblicato quasi 50 libri, principalmente di autori e temi locali, ma anche libri italiani in doppia lingua: uno tratta la musica underground italiana con passaggi significativi sui CCCP/CSI e Gianni Lindo Ferretti, una vera sorpresa! Organizza anche diversi eventi culturali: spettacoli, concerti, fiere e promozioni di libri, incontri professionali e premi letterari il cui obiettivo è la valorizzazione del patrimonio culturale locale serbo-bosniaco e il sostegno ai giovani autori del territorio. In tutti questi scenari complicati ci saranno bambini che leggono classici della letteratura italiana o dell’epica classica nella loro lingua di appartenenza, che troveranno nelle nostre biblioteche spazi di crescita culturale e orgoglio identitario, oltre che ponti di confronto e amicizia con i loro coetanei piemontesi: quasi tutte le comunità che ospitano biblioteche R2R avviano o domandano di avviare gemellaggi con i nostri comuni, compresa Celinac in Repubblica Srpska».