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Non è un periodo facile per l’esercito americano, che anche per il 2023 non si aspetta di raggiungere l’ambizioso obiettivo di reclutare 65.000 nuovi soldati l’anno.

«Non raggiungeremo la cifra prevista» ha ammesso il segretario dell’esercito Christine Wormuth ai parlamentari USA durante un’udienza al Congresso. «Stiamo facendo tutto il possibile per avvicinarci all’obiettivo, ma non saremo comunque all’altezza».

 

Difficoltà diffuse a tutto l’esercito

La continua riduzione del numero di giovani americani idonei a prestare servizio, d’altronde, sembra aggravarsi anno dopo anno: l’anno scorso l’esercito ha perso circa 15.000 reclute in servizio attivo a fronte dell’obiettivo che per il 2022 era fissato a 60.000 nuove truppe.

Situazione peggiore per la Guardia nazionale, che alle difficoltà di arruolamento delle nuove reclute aggiunge i problemi nell’evitare la fuga dei riservisti part-time mentre il corpo continua ad essere impegnato in missioni nazionali e all’estero.

Ma la diminuzione dei volontari ed il mancato raggiungimento degli obiettivi di reclutamento sembrano toccare quasi tutti i rami dell’esercito americano: fa eccezione la Space Force, che però rappresenta l’unità numericamente inferiore e continua a fare affidamento ai trasferimenti dall’aeronautica per comporre i propri ranghi.

 

Crisi nel reclutamento: le cause 

Secondo quanto riferito dai leader dell’esercito USA, all’origine delle difficoltà di reclutamento riscontrate negli ultimi anni ci sarebbero molteplici cause, prima tra le quali una troppo alta percentuale di giovani americani in età di reclutamento non qualificati a prestare servizio.

L’esercito americano stima infatti che solamente il 23% dei giovani di età compresa tra i 17 ed i 24 anni possa soddisfare i requisiti imposti dal servizio militare: molti candidati non supererebbero la prova di ammissione di cultura generale mentre altri sono troppo sovrappeso per provare ad arruolarsi con successo.

 

Via ai corsi preparatori per il reclutamento

Per fronteggiare le difficoltà nel trovare nuove reclute, ad agosto l’esercito USA aveva avviato un corso preparatorio per tutti quegli aspiranti soldati che non avevano rispettato gli standard fisici minimi o i requisiti in materia di cultura generale.

Attraverso questi corsi “extra”, circa 3.300 candidati su 4.000 sono riusciti a diplomarsi: per quest’anno l’esercito punta a facilitare l’arruolamento di circa 12.000 giovani proprio grazie a questi speciali percorsi di preparazione. Anche la Marina, a marzo, ha avviato i corsi preparatori per le reclute che non soddisfano gli standard minimi per il diploma.

 

Anche la salute mentale al centro delle difficoltà di reclutamento

I nuovi corsi preparatori tuttavia, riferiscono gli stessi vertici dell’esercito USA, possono aiutare solo in parte a raggiungere gli obiettivi di reclutamento.

Gli addetti alle selezioni infatti segnalano anche problemi di salute mentale o generale sempre più diffusi nei candidati. Per far fronte a questo problema, l’anno scorso il Pentagono ha lanciato il sistema sanitario militare Genesis, che attraverso le cartelle cliniche elettroniche ha fornito all’esercito l’accesso al background medico e di salute mentale dei candidati al processo di reclutamento, in particolare per quanto riguarda i volontari provenienti da famiglie di veterani che hanno ricevuto cure mediche militari in passato.

In precedenza, infatti, i problemi di salute minori venivano in gran parte trascurati durante il processo di arruolamento poiché eventuali intoppi potevano ritardare di mesi il reclutamento o rendere troppo facilmente un candidato non idoneo.

 

L’esercito USA: «Non abbassiamo gli standard»

Nonostante l’ammissione delle crescenti difficoltà di reclutamento, i leader dell’esercito, tra cui la stessa Wormuth ed il generale James McConville, Capo di stato maggiore dello US Army, hanno affermato che non abbasseranno gli standard richiesti per l’arruolamento.

La Marina, invece, sembra essere stata più accogliente nei confronti dei candidati con punteggi bassi nei test di ammissione, mentre aviazione e Space Force hanno mostrato un atteggiamento più indulgente in fase di reclutamento nei confronti delle aspiranti reclute che risultano positive al consumo di cannabis.

 

Obesità e scarsa conoscenza della cultura generale alla base della crisi nel reclutamento

Secondo il Center for Disease Control and Prevention (l’agenzia federale USA che vigila sulla sanità pubblica), il 22% degli americani di età compresa tra 12 e 19 anni è obeso: tale percentuale aumenta con all’aumentare dell’età. Anche i punteggi ai test SAT e ACT, che in USA misurano la cultura generale dei partecipanti, negli ultimi anni dimostrano una notevole diminuzione: parte della responsabilità è data in questo caso ai lockdown di contrasto al Covid-19, che anche in America imposero la chiusura momentanea delle scuole, ed alle scarse possibilità di accesso alle risorse educative per i bambini provenienti da famiglie a basso reddito.

Per controbilanciare a queste due problematiche, l’esercito ha anche richiesto alle nuove reclute una maggiore preparazione tecnica e titoli di studio più avanzati, come le lauree per i sottufficiali. Per quanto riguarda l’allenamento, invece, l’Army Combat Fitness Test resta la prova fisica più difficile nella storia del servizio militare americano, imponendo ai giovani soldati una routine di allenamento sempre più diversificata.