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Fra le personalità politiche che più stanno facendo discutere in America Latina, certo non può non essere citato l’attuale presidente salvadoregno di origini palestinesi Nayib Bukele. In questo articolo proveremo a dipingere il quadro della proposta politica di Bukele e di come queste potrebbero influenzare gli altri paesi del Sudamerica.

 

La storia politica di Nayib Bukele

Bukele, figlio dell’imprenditore e imam Armando Bukele, ha mosso i suoi primi passi in politica nel Fronte Farabundo Martì per la Liberazione Nazionale (FMLN), il partito della sinistra nazionalista salvadoregna. Dopo gli attriti con i vertici del partito, nel 2017 ne fu espulso e l’anno seguente fondò una sua forza politica, Nuevas Ideas (NI), con la quale vinse le elezioni presidenziali del 2019.

 

Bukele e gli Stati Uniti: un rapporto altalenante

Sin da subito l’attuale presidente salvadoregno riuscì a guadagnarsi l’appoggio del potente vicino di casa statunitense, poiché, di fronte alla crisi venezuelana del 2019, Bukele appoggiò l’autoproclamatosi presidente della nazione venezuelana Juan Guaidò, schierandosi contro l’attuale presidente Nicolas Maduro. L’ambasciata USA apprezzò notevolmente la presa di posizione salvadoregna.

L’idillio con i vertici politici statunitensi, tuttavia, non è durato a lungo. La politica ultrasecuritaria di Bukele, che punta a sconfiggere la criminalità organizzata, ha creato attriti con la Casa Bianca che tuttora accusa il governo latinoamericano di violare i diritti umani dei cittadini salvadoregni proprio per via della lotta che Bukele ha intrapreso nei confronti delle “maras”, le organizzazioni criminali presenti nel paese dedite a traffico d’armi, di esseri umani, di droga, ai sequestri di persona ed allo sfruttamento della prostituzione.

 

La politica ultrasecuritaria di Bukele

Per fronteggiare questi fenomeni, dal marzo 2022 il presidente salvadoregno ha sospeso alcune garanzie costituzionali e ha mobilitato esercito e polizia, così che più di 64000 giovani appartenenti alle “maras” sono stati arrestati. Inoltre, è stato costruito un carcere di dimensioni immense a Tecoluca, capace di ospitare sino a 40000 “mareros”, con 19 torri di vigilanza e una recinzione elettrica da 15.000 volt.

La politica ultrasecuritaria di Bukele, criticata dal governo USA, sembra tuttavia aver dato alcuni frutti: la sicurezza è stata riportata per le strade di El Salvador, in particolare nei quartieri più disagiati che tanto avevano sofferto la piaga delle organizzazioni criminali.

 

L’influenza di Bukele sull’America Latina

Il “fenomeno Bukele” è oggi ampiamente discusso nelle altre aree dell’America Latina. Ad esempio, in Argentina le politiche “tolleranza zero” del presidente salvadoregno sono diventate un modello per Santiago Cuneo, uno dei candidati del peronismo ortodosso (ostile tanto ai liberali quanto all’attuale governo Fernandez) alle prossime elezioni presidenziali per la Casa Rosada.

D’altra parte, la proposta politica del presidente salvadoregno non è riuscita (almeno per ora) a mettere in piedi un sistema economico-sociale esportabile al di fuori del Paese: anche perché la sua idea di rendere i bitcoin a corso legale non ha dato grandi frutti. Se l’attuale presidente di El Salvador dovesse riuscire a proporre una politica socio-economica in grado di superare il sistema liberal-capitalistico, Bukele potrebbe assumere un giorno il ruolo di modello politico per il resto dell’America Latina.

 

Matteo Boniello