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La guerra in Ucraina ha segnato un punto di svolta nella storia moderna dei conflitti armati. A ribadirlo è un editoriale pubblicato dal  settimanale britannico “The Economist“, che oltre a parlare del conflitto russo-ucraino come della più grande guerra in Europa dal 1945,  ha spiegato come la guerra in corso dal febbraio 2022 segni l’inizio di una nuova era di conflitti ad alta tecnologia, con profonde implicazioni per la sicurezza globale.

 

Nuove guerre ad alta intensità

Secondo la tesi dell’Economist, il conflitto tra Mosca e Kiev ha messo in discussione l’ipotesi che le guerre moderne possano limitarsi a campagne di contro-insurrezione o evolvere in scontri a basso numero di vittime nel cyberspazio. Al contrario, quanto visto in Ucraina sarebbe una nuova forma di guerra ad alta intensità, caratterizzata dall’utilizzo di tecnologie all’avanguardia, uccisioni su larga scala e un consumo sbalorditivo di munizioni.

 

Guerra in Ucraina: 3 lezioni da cui trarre insegnamento

Secondo il settimanale britannico, questa guerra offre tre importanti lezioni da cui trarre insegnamento.

  • La prima lezione è che il campo di battaglia si sta rendendo sempre più leggibile grazie all’utilizzo di satelliti e droni. Questi strumenti forniscono informazioni cruciali alle forze in conflitto, consentendo loro di avere una visione dettagliata della situazione sul terreno.

 

  • La seconda lezione è che nonostante viviamo nell'”era dell’intelligenza artificiale”, la guerra continua a coinvolgere una massa fisica di esseri umani, macchine e munizioni su una scala senza precedenti. L’Economist in particolare sottolinea come la Russia abbia sparato 10 milioni di proiettili in un solo anno, mentre l’Ucraina perde 10.000 droni al mese. Questi dati evidenziano l’enorme sforzo logistico e le conseguenze umane di un conflitto ad alta intensità.

 

  • La terza lezione, già valida in passato durante i conflitti del ventesimo secolo, è che il confine di una grande guerra è ampio e abbraccia diversi settori. «Oltre alle tradizionali industrie di difesa – si legge sulle pagine della rivista – si è sviluppata una nuova coorte di imprese private che svolgono un ruolo cruciale nel supportare l’effort bellico. Ad esempio, il software utilizzato sul campo di battaglia dell’Ucraina è ospitato sui server cloud di aziende hi-tech estere, mentre aziende finlandesi forniscono dati di puntamento e aziende statunitensi gestiscono le comunicazioni satellitari.

Questa complessa rete di collaborazione tra paesi alleati, con diversi livelli di coinvolgimento, ha contribuito a rifornire l’Ucraina di risorse e ad imporre sanzioni alla Russia. Tuttavia, tali nuovi confini creano anche nuovi problemi. L’aumento della partecipazione dei civili nel conflitto solleva importanti questioni legali ed etiche. Inoltre, le aziende private che operano al di fuori della zona del conflitto sono soggette comunque ad un altro tipo di rischi, come gli attacchi virtuali.

 

Il ruolo predominante della tecnologia nelle nuove guerre

Secondo “The Economist”, il vero problema sta nel fatto che non possiamo garantire che conflitti simili, tra grandi economie industrializzate, siano eventi isolati. La guerra ad alta tecnologia in corso in Ucraina ha dimostrato che la natura dei conflitti moderni sta cambiando e che dobbiamo prepararci a fronteggiare una nuova era di guerra ad alta intensità, in cui la tecnologia, le macchine e le munizioni svolgeranno un ruolo sempre più predominante.