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Ci ha pensato solamente il maltempo dell’ultima settimana a dare tregua, almeno per il momento, alla situazione sempre più insostenibile che riguarda gli sbarchi di migranti sulle coste del sud Italia. Il 2023 infatti rischia di segnare un nuovo record per numero di arrivi dal Nord Africa attraverso il Mediterraneo: sono oltre 113 mila le persone sbarcate in Italia dall’inizio dell’anno.

Numeri del Ministero dell’Interno, mai così alti dal 2017, e che entro la fine del 2023 rischiano di superare anche quelli del 2016, quando in un solo anno i migranti sbarcati in Italia sono stati 180 mila.

 

Immigrazione: il confronto con il 2017

È esattamente 6 anni fa, nell’agosto 2017, che gli sbarchi illegali tornavano a diminuire: 2.936 in un mese, rispetto ai 21.294 dell’agosto precedente. Ma in che modo si arrivò a tali risultati?

A provare a dare una risposta, in quell’occasione, fu un’inchiesta dell’Associated Press: secondo l’importante agenzia americana, infatti, tra le azioni decisive dell’allora ministro dell’Interno Marco Minniti per fermare gli sbarchi ci fu un accordo diretto tra il governo italiano e le milizie libiche, le stesse implicate nella gestione della tratta dei migranti.

 

Le milizie libiche in controllo del traffico di migranti

Nel report dell’AP di agosto 2017 è evidenziato come, oltre agli sforzi della guardia costiera libica, a limitare drasticamente la tratta siano stati gli «accordi fatti con le due più potenti milizie della città di Sabrata, nell’ovest della Libia, il più importante punto di partenza di migranti soprattutto africani». Le milizie in questione sarebbero state due: una nota come “Al-Ammu” e l’altra come “Brigata 48”, entrambe guidate da due fratelli della grande famiglia al-Dabashi.

Una famiglia che, secondo quanto riferito all’Associated Press da almeno cinque funzionari della cittadina libica, sarebbe stata conosciuta nella zona per la propria attività di traffico di migranti. Al momento dell’inchiesta di AP, una delle fonti avrebbe definito i due fratelli come “i re del traffico di migranti”.

 

I presunti accordi con il governo italiano

A dare ulteriore conferma alla tesi sostenuta nell’inchiesta dell’Associated Press erano state le parole di Bashir Ibrahim, portavoce di una delle due milizie, Al-Ammu: «Un mese fa – aveva detto nel 2017 – le due forze hanno raggiunto un accordo verbale con il governo italiano e quello di Sarraj per combattere il traffico».

L’accordo avrebbe stabilito che «le milizie hanno impedito alle barche di migranti di lasciare le coste libiche vicino a Sabrata e ordinato ai trafficanti di bloccare il loro lavoro. In cambio, le milizie hanno ricevuto equipaggiamenti, navi e stipendi» aveva detto Ibrahim all’AP. Un accordo tuttavia da considerarsi già allora come temporaneo: «Se il sostegno alla brigata si interrompe, questa non avrà più la capacità di fare questo lavoro e il traffico ricomincerà» le parole di Ibrahim.

Una circostanza che, tra un cambio di governo e l’altro, non sarebbe difficile da credere: a distanza di 6 anni da questi presunti accordi, l’Italia si trova nuovamente alle prese con un numero di sbarchi in continua crescita, che rischia addirittura di stabilire un nuovo record nonostante le posizioni contrarie in materia di immigrazione illegale sostenute da sempre da Giorgia Meloni.

 

Salvatore Ardini