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Le strade di Belgrado rimangono il palcoscenico di tensioni politiche crescenti in seguito alle elezioni parlamentari e locali del 17 dicembre, tra bandiere pro Euromaidan ed europee.

Contestazioni dopo le elezioni comunali di Belgrado

Il Partito del progresso serbo (Sns), guidato dal presidente Aleksandar Vucic, ha conquistato una vittoria schiacciante con il 47% dei voti, il doppio della coalizione d’opposizione, l’Spn. Nonostante il successo nelle elezioni comunali di Belgrado, il margine di vittoria del Sns è stato stretto, alimentando le contestazioni dell’opposizione.

Tv pubblica sotto assedio

I manifestanti, radunatisi inizialmente davanti alla sede della commissione elettorale, hanno cinto d’assedio la sede centrale della TV pubblica serba Rts. L’obiettivo dichiarato dai megafoni è ribaltare l’esito del voto popolare, annullando le elezioni e convocando nuovi scrutini. La richiesta è giunta dai sostenitori di ‘La Serbia contro la violenza’ (Spn), la coalizione di opposizione, che denuncia “gravi irregolarità e brogli” come responsabili del netto successo del Sns.

Il confronto attuale evoca vividamente le proteste di Euromaidan del 2013 a Kiev, con associazioni studentesche che guidano le dimostrazioni, adottando lo slogan “Lotta” e invitando i cittadini a unirsi a loro con tende, abbigliamento caldo e coperte.