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La prospettiva è quella di un’accelerazione del processo di integrazione europea, accompagnato da un sostanziale ribilanciamento dei rapporti di potere all’interno dell’Unione Europea dopo la fine del mandato della cancelliera tedesca Angela Merkel.

Eppure il trattato scaturito oggi dall’accordo del Quirinale tra Italia e Francia lascia aperti ancora molti dubbi.

«Gli obiettivi dei due paesi sono quelli dell’Ue, come la lotta al cambiamento climatico, la transizione ecologica fatta con giudizio e rapidità, la transizione digitale, la ricerca di una sovranità europea» ha detto il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi in conferenza stampa.

Insomma, nulla di nuovo se non un trattato che i più critici vedono come una un’asimmetria palpabile tra i tecnici francesi, preparati e convinti nell’ottenere dei risultati e quelli italiani che sembrano lavorare senza una prospettiva ma con il timore del ricatto europeo sul debito.

«Negli ultimi mesi i rapporti tra Italia e Francia si sono ulteriormente avvicinati – ha aggiunto Draghi -. Cooperiamo sui temi che stanno più a cuore ai nostri Paesi, istituiamo un servizio civile italo francese, un comitato di cooperazione transfrontaliero, riconosciamo la necessità di una politica di gestione dei flussi migratori condivisa dall’Unione Europea basata su principi di solidarietà e responsabilità».

Ma secondo alcuni analisti l’intesa bilaterale tra Roma e Parigi rischia di sortire l’effetto contrario: un’ulteriore frammentazione dell’Unione, con l’Italia che dovrebbe invece ricercare un nuovo ruolo strategico e, attraverso il coinvolgimento di più paesi assieme a Francia, Germania e Spagna, mirare a creare un gruppo compatto sulla questione climatica e la competizione con la Cina.

Per Macron, che con profonda convinzione dichiara «Roma rappresenta tanto per il destino dell’Europa», l’accordo di oggi rimane un successo.

Dunque, un messaggio forte dal presidente francese per la nuova alleanza europea, che continua: «Francia e Italia devono fare tutto insieme e lo abbiamo fatto in questo periodo recente, combattendo insieme contro il Coronavirus, per esempio, e per la Libia». Con il Trattato del Quirinale «creeremo una visione geopolitica comune: condividiamo la visione europea e internazionale, contribuiremo a costruire una difesa europea comune più forte che contribuisca alla Nato, avremo una cooperazione rafforzata nella lotta contro le migrazioni illegali e i trafficanti, per proteggere le frontiere esterne dell’Europa» ha concluso il Presidente Francese.

Proprio sul punto del contrasto all’immigrazione illegale però si apre forse la questione più spinosa. Al di là di accordi e trattati infatti la situazione al confine italo-francese resta ben diversa e, molto spesso, drammatica.

Non è un mistero o una novità infatti che i due paesi gestiscano le proprie frontiere comuni in maniera differente: dalla Francia spesso e volentieri si sono registrati sconfinamenti, compiuti dalla Gendarmeria, per riportare in Italia i migranti che avevano oltrepassato con successo il confine.

La situazione, sul lato italiano, resta poi critica: a Ventimiglia, in Liguria, si assiste a dei veri e propri accampamenti di immigrati in attesa di tentare una traversata. Proprio qui questa mattina è stato ritrovato il cadavere di un giovane migrante nordafricano, colpito da alcune coltellate alla schiena.

Insomma, le situazioni da affrontare con una maggiore collaborazione tra Italia e Francia sono moltissime. Staremo a vedere se il Trattato del Quirinale si rivelerà all’altezza o se, ancora una volta, la prospettiva di una maggiore integrazione europea in materia di difesa e sicurezza comune si sarà rivelata un fuoco di paglia.