Più di 11.500 nigeriani costretti a fuggire in Niger nel mese di novembre.
A riportarlo è l’Agenzia Onu per i Rifugiati (Unhcr), che spiega come la fuga di massa verso il paese vicino sarebbe dovuta ai continui attacchi da parte di bande armate ai villaggi dello stato di Sokoto, nel nord ovest della Nigeria.
A fare da sfondo all’escalation di violenza ci sarebbe poi l’aumento della competizione per le risorse, sfociata in veri e propri scontri tra pastori e agricoltori e «aggravata dalla crisi climatica» riporta il portavoce dell’Unhcr a Ginevra, Boris Cheshirkov.
«Siamo profondamente preoccupati per l’aumento della violenza nel nord-ovest della Nigeria – scrivono in una nota i rappresentanti dell’istituzione Onu – e chiediamo il massimo sostegno per affrontare i crescenti bisogni umanitari della popolazione colpita, che vanno dai servizi di protezione al cibo, utensili da cucina, coperte e altri articoli non alimentari».
La maggior parte dei nigeriani fuggiti a novembre avrebbe trovato rifugio presso le comunità locali in 26 villaggi di Bangui, un comune rurale nella regione di Tahoua, in Niger, che già da settembre ospitava 3.500 rifugiati provenienti dalla Nigeria.
Sempre secondo quanto riporta l’Agenzia Onu, la maggior parte degli arrivi vedrebbe protagonisti donne e bambini, che raccontano di omicidi, rapimenti a scopo di riscatto e saccheggi dei loro villaggi d’origine.
I dati riportati dall’Unhcr riferiscono che in Niger al momento sarebbero più di 200.000 i rifugiati nigeriani, tra i quali più di 57.000 nella regione di Maradi e 15.000 in quella di Tahoua.
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