È un accordo passato in sordina, ma dal grande valore politico, quello siglato tra Russia e Stati Uniti sulla concessione di visti per il personale dell’ambasciata statunitense a Mosca.
Uno stallo che si protraeva da mesi tra Mosca e Washington, ma che, nonostante le significative tensioni geopolitiche in corso tra i due paesi, è stato risolto in un incontro tra le parti a Vienna.
L’accordo, auspicato da tempo, che deve ancora essere finalizzato, arriva dopo anni di ripicche diplomatiche che hanno limitato l’ambasciata nel corso del tempo, portandola dai 1.200 dipendenti di cinque anni fa agli appena 120 attuali.
Se l’accordo venisse formalizzato permetterebbe all’ambasciata di uscire dalla fase “critica” che la vede prossima alla chiusura. Inoltre sosterrebbe nuovamente le funzioni diplomatiche fondamentali quale l’invio di cablogrammi diplomatici a Washington per fornire informazioni su sicurezza, economia e politica.
Le precarie relazioni tra USA-Russia si sono gravemente deteriorate nell’ultimo anno, con l’avvio della presidenza Biden e a causa di una serie di questioni lamentate dalla Nato come il contenzioso sull’Ucraina.
Dopo un incontro – avvenuto la scorsa settimana- tra il Segretario di Stato USA Antony Blinken e il suo omologo russo, Sergei Lavrov, Blinken ha avvertito di «gravi conseguenze» per il paese russo qualora venisse intrapresa un’azione militare contro l’Ucraina.