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A Villepinte, in un’atmosfera molto carica davanti a 15.000 sostenitori, Eric Zemmour ha parlato alla Francia con un discorso chiaro e maturo, prendendosi lo scettro della destra francese.
La sua campagna presidenziale si mostra vincente, passando come giusto che sia per simboli e – in particolar modo – idee; così nella battaglia d’immagine che andava nuovamente recuperata dopo il crollo nei sondaggi – il dito medio di Marsiglia tra le prime cause – Eric Zemmour questa volta non ha mancato all’appuntamento.
Un incontro molto caldo quello di Villepinte che ha visto sfilare per le strade cortei di antagonisti di estrema sinistra prontamente schierati per contestare il candidato alle presidenziali, sfociati in scontri con la polizia, oltre ad un gruppo di infiltrati dell’organizzazione SOS Racisme che hanno tentato di sabotare l’evento senza successo.

Villepinte, il banco di prova di Zemmour
Ma di fronte ad un tappeto di bandiere francesi, Zemmour con decisone si è rivolto al suo elettorato: «Ho esitato per molto tempo, ma poi siete arrivati voi», dice il candidato «la vostra presenza mi onora perché venendo qui avete dato prova di coraggio e audacia. Con il vostro impegno, avete mostrato più ardore e resistenza della quasi-totalità dei politici degli ultimi 30 anni».
Non manca la critica ai media: «i miei avversari vogliono la mia morte politica, i giornalisti vogliono la mia morte sociale e i jihadisti vogliono la mia morte tout court», al sistema giudiziale francese e all’establishment, ostile senz’ombra di dubbio all’ex giornalista.

Il programma
Zemmour ricorda i punti principali del suo programma sotto la luce del suo nuovo partito, Reconquete, proiettato sul maxischermo in sala. Così parla delle industrie e della necessità di dare rilancio alle le piccole e medie imprese francesi, principali creatrici di posti lavoro nell’esagono, della necessità di tornare a competere con i paesi asiatici puntando e sostenendo attivamente la ricerca tecnologica e l’importanza dell’artigianato contrapposto alla massificazione dei prodotti.
Il candidato conservatore continua poi sui temi sociali, sulla violenza che subiscono le donne nelle banlieu francesi a causa dell’islamismo e sul silenzio delle femministe che «parlano solo della scrittura inclusiva». Per Zemmour è poi giunto il momento di trovare una soluzione reale al problema immigrazione che «non è il male peggiore ma va ad aggravare gli altri».
Insomma, l’ex giornalista ora candidato tiene un discorso lucido e muscoloso che gli permette di recuperare punti fondamentali nei sondaggi, dando una visione formale della destra francese.
«Partiamo alla conquista del potere. Domani l’Eliseo, dopodomani l’Assemblea nazionale», è la promessa di Zemmour di fronte ai 15 mila fedelissimi, anche se attualmente i sondaggi lo escludono ancora dal ballottaggio.