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Il ministro della Difesa somalo e il ministro della Sicurezza interna hanno accusato il presidente Mohamed Abdullahi “Farmajo” di aver architettato un tentativo di colpo di Stato, sventato grazie all’intervento delle forze armate del Paese.

Una vittoria quantomeno formale quella dei due ministri, rivendicata in una dichiarazione congiunta che riporta come sia stato «scongiurato il tentativo illegale di Farmajo di rimanere al potere attraverso i militari».

Ancora, secondo il “Somali Guardian”, forze militari fedeli al primo ministro Mohamed Roble sono state dispiegate in numerose zone e quartieri della capitale – Mogadiscio – dove hanno chiuso l’accesso alle vie che portano alla residenza del presidente Farmajo, mentre di fronte all’ingresso della sede presidenziale, Villa Somalia, sono stati schierati mezzi militari corazzati.

«Esorto le Forze armate a riferire direttamente al governo. Non possono prendere ordini da Farmajo perché vuole usarle per distruggere le istituzioni governative. Agirò immediatamente contro chiunque si opponga a questo ordine», ha affermato Roble, accusando il presidente Farmajo di voler smantellare il processo elettorale «per poter restare in carica illegalmente».

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Il presidente ha però annunciato che sospenderà il primo ministro Mohamed Hussein Roble. «Il presidente ha deciso di sospendere il primo ministro Mohamed Hussein Roble e porre fine ai suoi poteri a seguito di accuse di corruzione», ha affermato l’ufficio del presidente in una nota, accusando il primo ministro di avere interferito in un’indagine su una compravendita di terreni.

Roble, che non ha ancora commentato l’annuncio di sospensione odierno, ritiene che Farmajo non voglia tenere «elezioni credibili».