I delegati di più di 22 paesi mediterranei si sono riuniti il 2 e 3 dicembre a Roma in occasione dell’ottava edizione del Rome MED2022 – Mediterranean Dialogues. L’evento, organizzato dal Ministero degli Affari Esteri e dall’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) con il patronato della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha rappresentato un’occasione di confronto con l’obiettivo di ripensare gli approcci tradizionali della cooperazione internazionale, integrando le analisi delle sfide attuali con nuove idee per affrontare le sfide condivise sia a livello regionale che internazionale.
Il congresso, apertosi con l’indirizzo di saluti del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è focalizzato su tre aree tematiche, rappresentati le principali aree di cooperazione fra i paesi partecipanti: sicurezza, prosperità e cultura. Si sono inoltre tenuti diversi incontri a porte chiuse in cui le cariche istituzionali hanno avuto modo di lavorare a problematiche comuni.
CONFLITTO IN UCRAINA
Seppur lontana dalle coste mediterranee, l’Ucraina si è stagliata come ombra cupa e imponente dietro ogni discussione, in particolare per l’impatto che il conflitto ha sul corrente assetto geopolitico mondiale. La guerra è una variabile da cui dipende la stabilità mediterranea e che fa ricadere i suoi effetti in una serie di aree strategiche fondamentali, come la sicurezza alimentare, l’immigrazione, e l’inflazione energetica – sfide che possono essere affrontare solo attraverso la cooperazione internazionale. Ne è risultato un dialogo complesso, concitato e analitico, culminante in un forte auspicio per la conclusione delle ostilità.
«Tutti stiamo soffrendo a causa di questa guerra. Ucraini, europei e anche noi nei paesi del Nord Africa – così l’appello di Ouided Bouchamaoui, esponente del Quartetto per il dialogo nazionale tunisino – è tempo di orientare tutti i nostri sforzi nella stessa direzione: quella che porti verso l’interruzione delle violenze».
SICUREZZA ALIMENTARE
Fra conflitti irrisolti, violazioni di diritti umani e la dilagante insicurezza socio-economica, la regione del Medio Oriente e del Nord Africa (MENA) è di nuovo a un bivio. I paesi del MENA si trovano ad affrontare sfide complesse e indistricabili, acuite ora dalla crescente insicurezza alimentare. La regione sta affrontando le conseguenze della terza crisi dei prezzi in 15 anni, sullo sfondo di una situazione deteriorata dal cambiamento climatico e le interruzioni del commercio alimentare internazionale causate dal conflitto ucraino: in Medio Oriente e Nord Africa, il numero di persone denutrite ha raggiunto 45,8 milioni nel 2021; nel Sahel, nei prossimi mesi si prevede un numero senza precedenti di persone in condizioni di insicurezza alimentare, mentre la regione vive il terzo anno consecutivo di una grave crisi alimentare e nutrizionale. Nel corso del congresso si è resa esplicita la necessità prioritaria di ridurre la dipendenza dalle importazioni alimentari e costruire sistemi alimentari sostenibili, investendo nella resilienza delle filiere di produzioni nazionali e regionali.
SAHEL: INSICUREZZA E IMMIGRAZIONE
I flussi migratori, in particolare provenienti dal Sahel, sono stati un altro punto centrale nel dialogo istituzionale: affrontati come rischio di instabilità per i paesi europei e MENA, ma anche come opportunità per il futuro. L’Italia e l’Europa, ha dichiarato lo EU Special Representative for the Sahel, Emanuela Claudia Del Re, hanno equamente un obbligo morale e un interesse diretto nel supportare i paesi del Sahel nello sviluppo di un loro apparato statuale. Attraverso interventi di cooperazione militare e il rafforzamento dello stato di diritto in un’ottica di inclusività, la regione subsahariana è destinata a crescere fino al punto di assumere un ruolo centrale nella geopolitica mondiale dei decenni a venire. Lontana dal desiderio di competere, l’Unione Europea vuole rendersi piattaforma di dialogo intergovernativo, ponendosi come alternativa rispetto altri attori sul campo (in primis, Russia e Cina). I problemi del Sahel risuonano in un sentiero verticale di caos e instabilità attraverso le diverse regioni, fino all’Europa: i flussi migratori e il contrabbando di armi e droga sono solo alcuni sintomi dell’incertezza nella governance di questi paesi. Un dialogo inclusivo sull’energia sostenibile e sul miglioramento delle infrastrutture sono temi centrali per promuovere lo sviluppo.
Alessandro Viola