Si allenta la tensione in Kosovo dopo l’intervento del presidente serbo Aleksandar Vucic che nei giorni scorsi si era recato a Raska, località del sud della Serbia a ridosso della frontiera, dove ha incontrato una rappresentanza dei serbi kosovari e chiesto loro di porre fine alla protesta che va avanti dal 10 dicembre scorso.
In quella data, agenti dell’unità della polizia speciale di Pristina erano stati inviati nel nord del Kosovo, a maggioranza serba, e tre cittadini serbi erano stati arrestati. Un’operazione ritenuta ingiustificata dai manifestanti, che hanno chiesto la scarcerazione dei fermati. Nelle ultime ore erano stati rilasciati Dejan Pantic, ex agente della polizia kosovara dimessosi nelle scorse settimane unitamente agli altri serbi che avevano abbandonato le istituzioni del Kosovo, e un giovane serbo arrestato lo scorso giugno nel corso di celebrazioni per l’anniversario della storica battaglia di Kosovo polje del 1389 persa dai serbi contro i Turchi.
«La prima richiesta dei serbi è stata esaudita – aveva dichiarato il direttore dell’Ufficio del governo serbo per il Kosovo, Petar Petkovic, riferendosi al rilascio dell’ex agente di polizia Dejan Pantic -. Abbiamo ricevuto quindi una dichiarazione congiunta ufficiale da Stati Uniti ed Unione Europea in cui viene soddisfatta la seconda richiesta, e cioè che non vi siano liste per l’arresto o il perseguimento di cittadini serbi che hanno partecipato alle proteste pacifiche o erano a presidio delle barricate» ha sottolineato Petkovic. «La terza richiesta dei serbi del Kosovo riguarda le garanzie che abbiamo ricevuto dalla missione Kfor – ha aggiunto Petkovic -. È confermato che le forze di sicurezza kosovare non possono recarsi nel nord del Kosovo senza il doppio consenso dei rappresentanti della Kfor e dei sindaci dei comuni serbi del nord».
Da qui l’intervento di Vucic e, ieri mattina, l’inizio delle operazioni di rimozione delle barricate che secondo le previsioni della dirigenza serba, dovrebbe concludersi entro oggi. Sempre ieri il presidente Vucic aveva revocato l’ordinanza di messa in stato di massima allerta dell’Esercito serbo.
Soddisfazione per la fine della protesta e l’allentamento della tensione nel nord del Kosovo è stata espressa da Ue e Usa, e dalle principali organizzazioni internazionali presenti in Kosovo – Eulex, Kfor, Unmik, Osce, con un generale invito a Belgrado e Pristina a proseguire nel dialogo per arrivare a un accordo sulla piena normalizzazione dei loro rapporti. «La rimozione dei blocchi stradali è un ulteriore risultato del lavoro fatto in sinergia con Ue, Usa e Nato Kfor per allentare le tensioni in Kosovo. I Governi serbo e kosovaro lavorino per rafforzare un dialogo sotto l’egida dell’Ue. L’Italia continuerà a fare la sua parte» ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri Antonio Tajani.