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L’Iran va al ballottaggio. «Nessuno dei candidati ha potuto ottenere la maggioranza assoluta dei voti».

Lo ha annunciato il ministero dell’Interno dell’Iran all’indomani del primo turno delle elezioni presidenziali indette dopo la morte di Ebrahim Raisi, avvenuta il 19 maggio.

Al ballottaggio, previsto per il 5 luglio, si sfideranno il candidato riformista Massud Pezeshkian, primo per numero di preferenze, e l’ultraconservatore Said Jalili.

I dati delle elezioni

Secondo l’agenzia di stampa Tasnim, solo il 40% degli aventi diritto al voto ha partecipato alle elezioni mentre nel 2021 la percentuale era poco sopra il 48%. Un minimo storico per l’Iran.

Delle 24,54 milioni di schede scrutinate, il deputato Massoud Pezeshkian ha ricevuto 10,41 milioni di voti, ovvero il 42%, attestandosi davanti a Said Jalili, ex negoziatore sul nucleare, che ha ottenuto 9,47 milioni di voti, il 38%.

Gli altri due candidati in corsa, Mohammad Baqer Qalibaf e Mostafa Pourmohammadi, hanno ottenuto rispettivamente 1.620.628 e 95.172 voti.

L’ultimo sprint di campagna elettorale

Nel mentre, i candidati si preparano per l’ultimo sprint di campagna elettorale, che potrebbe rivelarsi decisivo. Questa fase potrà partire solo nel momento in cui saranno confermati i risultati definitivi del primo turno, come previsto dalla legge elettorale iraniana e proseguire fino a 24 ore prima del voto.

Il Ministero dell’Interno ha inviato i risultati al Consiglio dei Guardiani, l’organo di controllo costituzionale composto da 12 membri, che dovrebbe rivedere e confermare i risultati nelle prossime ore.