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Da qualche tempo oramai si sta venendo a configurare sempre più chiaramente il panorama delle alleanze internazionali che l’attuale presidente argentino Javier Milei si è costruito nel corso del tempo.

L’ultimo evento europeo a cui, infatti, il politico libertario ha preso parte è stato nelle giornate del 18 e 19 maggio “Europa Viva 24”, svoltosi a Madrid.

All’iniziativa hanno partecipato le principali figure del nazional-conservatorismo europeo, come il padrone di casa e numero uno di Vox Santiago Abascal e, in collegamento streaming, l’ungherese Viktor Orban e l’italiana Giorgia Meloni.

Javier Milei e i conservatori europei: l’antisocialismo come punto in comune

Aldilà delle accuse di corruzione rivolte dall’argentino alla moglie del primo ministro spagnolo Sanchez, che hanno causato un litigio diplomatico fra Spagna e Argentina, durante il suo intervento alla convention dei conservatori europei Milei si è distinto, nuovamente, per il suo viscerale antisocialismo, con la platea che ha evidentemente apprezzato.

La reunion di maggio, per la verità, non è il primo appuntamento internazionale nell’ambito del conservatorismo occidentale che ha visto anche la presenza dell’attuale presidente argentino, la cui vicinanza anche alle destre conservatrici del continente americano era stata riportata anche negli articoli qui precedenti.

Milei e le destre europee: tante le differenze

Per quanto, però, la polemica antisocialista e anti-aborto di Milei può trovare apprezzamento fra le destre conservatrici europee, questo non significa che non continuino a persistere differenze rilevanti.

Infatti, la dottrina libertaria di Milei, che comunque propugna un mondo senza frontiere, senza patrie, in cui il capitale sia totalmente libero di circolare, proprio per queste ragioni trova non pochi muri presso un orizzonte mentale intriso di nazionalismo. Quest’ultima componente è sempre stata scarsamente presente, invece, nel politico argentino.

La ricetta libertaria di Milei non piace ai nazionalisti europei

Da un lato, è vero che sia gli spagnoli di Vox che i nostrani Fratelli d’Italia si sono da tempo discostati dai loro rispettivi predecessori: i primi ostentano nelle loro ricette economiche un liberismo comunque distante dal franchismo a cui i critici spesso li associano, mentre FdI non presenta da tempo, oramai, i tratti ideologici e dottrinari dell’allora Movimento Sociale Italiano.

Dall’altro, tuttavia, ciò non significa che l’ultraliberismo di Milei, con le sue idee contrarie alla stessa esistenza di una banca centrale di Stato, ad esempio, possa essere in sintonia con i conservatori europei.

D’altra parte, tutte queste formazioni politiche che oggi trovano la loro rappresentanza più forte nel gruppo europeo dei “Conservatori e Riformisti”, pur non promettendo affatto un cambio di paradigma e di sistema rispetto allo status-quo liberal-capitalistico, hanno reso una loro bandiera ideale l’opposizione all’eccessiva globalizzazione dei mercati, proponendo politiche di protezione per le imprese locali.

Javier Milei, al contrario, nella sua campagna elettorale che lo ha portato al successo nel novembre 2023 aveva convintamente sostenuto la necessità di una drastica liberalizzazione per l’Argentina circa gli scambi commerciali esteri, extra-continentali compresi, in contrasto con altre componenti della politica argentina, e non solo quelle schierate a sinistra.

Di conseguenza, per quanto nella situazione attuale si sia venuta a consolidare la vicinanza di Milei con taluni ambienti, non è affatto scontato che in futuro codeste distanze non possano arrivare a creare attriti e, forse, veri e propri contrasti.

Matteo Boniello